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Banche. Da dove inizia il percorso verso il cloud?

Evento OCS Group in collaborazione con Amazon Web Services e Oliver Wyman.

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Questo tipo di approccio ha tuttavia una forte dipendenza dai fattori di business che lo inducono e dai modelli organizzativi che ne derivano. Le strategie devono essere chiare e condivise tra chi si occupa di processi di business e chi ha il compito di garantirne la digitalizzazione.

È quanto emerso dall’evento organizzato da OCS Group “Cloud transformation nel settore bancario: a che punto siamo?”, con la presenza di AWS e Oliver Wyman, e la collaborazione di AziendaBanca. 

L’adozione del cloud non è un viaggio a senso unico.

Le realtà finanziarie possono utilizzare questo strumento per fasi progressive, in base allo stato di avanzamento dei progetti di innovazione e modernizzazione, avvalendosi parallelamente delle piattaforme legacy finora utilizzate, seguendo il cosiddetto modello “ibrido”.

Verso nuovi modelli di business

L’obiettivo è abilitare nuovi modelli di business nel settore finanziario.

«L’uso delle piattaforme digitali offre scalabilità, flessibilità, rapidità nella esecuzione delle strategie e vicinanza al cliente – afferma Gianni Camisa, CEO di OCS Group. Inoltre, consente di mantenere livelli di robustezza adeguata, migliorando l’efficienza operativa».

Molti benefici e qualche ostacolo

L’adozione del cloud computing nel settore finanziario è ormai una realtà confermata dai piani strategici e dalle prime iniziative in corso. L’ampia disponibilità di servizi innovativi come il Serverless Computing o l’IA, i benefici già misurabili in termini economici e di efficienza tracciano uno scenario molto favorevole.

Alcuni fattori però rallentano. «Gli investimenti su questo fronte sono ancora ridotti in Italia (alcuni paesi europei come la Francia e UK spendono in cloud ca. 1.5x rispetto all’Italia) e il settore finanziario avverte vari ostacoli – premette Claudio Torcellan, Market Leader Sud Est Europa di Oliver Wyman – in primis legati alla presenza rilevante di sistemi legacy, alle competenze necessarie e a qualche perplessità rispetto a compliance e sicurezza».

Compliance e sicurezza

Secondo Oliver Wyman, la scarsa sicurezza e i presunti problemi legati alla data privacy nel cloud sono ormai falsi miti.

Security e Compliance sono temi tanto caldi quanto pienamente assolti dai Cloud Service Provider che rendono disponibili soluzioni che consentano ai clienti di utilizzare il cloud computing in modo conforme e sicuro.

In tal senso, AWS ha esteso la propria presenza globale con l’apertura di diverse Region in Europa, in particolare in Italia da aprile 2020 con la Regione AWS Europe (Milano) che offre tecnologie avanzate e mature, erogate sull’infrastruttura peculiare di AWS basata su zone di disponibilità che consentono ai clienti di eseguire applicazioni e database in ambienti di produzione con elevata disponibilità, tolleranza ai guasti e scalabilità, altrimenti impossibili da ottenere all’interno di un singolo data center o difficili da raggiungere mediante l’uso di infrastrutture omonime, ma costruite in modo sostanzialmente diverso.

Creare il business case e condividere gli obiettivi

Ma l’adozione del cloud computing quali scenari abilita?

Qual è il punto di partenza per ottenere i benefici di questo strumento? Secondo Oliver Wyman, bisogna iniziare dall’analisi architetturale: capire quali applicazioni sono già cloud ready, o facilmente trasformabili.

«Verificare quindi i requisiti di compliance, trovare il cloud provider e decidere insieme al business quali applicazioni migrare – spiega Anna Maria Rosati, Principal della practice Digital di Oliver Wyman. Bisogna stimare i volumi attesi, i costi, i benefici, anche di business, in modo da costruire un solido business case, inoltre valutare l’approccio da adottare e prevedere una strategia di sviluppo delle competenze e selezionare i partner giusti, non solo quelli cloud, ma anche un partner che possa supportare la definizione della strategia, lo sviluppo del business case e la guida del progetto. E quindi lanciare progetti “pilota” per tarare il business case e testare il modello, pianificando una migrazione graduale che ottimizzi però i costi durate il transitorio».

La collaborazione tra business e IT

Senza una stretta collaborazione tra business e IT, tuttavia, l’adozione del cloud computing può essere difficoltosa.

È necessario un cambiamento non solo tecnologico, ma anche culturale, che coinvolga il business nei progetti di digital transformation e innovi le modalità di lavoro.

«Il cloud dà l’opportunità di partire dal piccolo per scalare successivamente – evidenzia Davide Balladori, FSI Lead di AWS. Business e IT devono quindi lavorare insieme per definire una strategia chiara e sfruttare il cloud, per ottenere una serie di benefici misurabili, come la riduzione dei costi e un time-to-market più rapido».

La trasformazione abbraccia la filiera

Il processo di innovazione digitale, che vede nel cloud computing lo strumento più efficace per la sua abilitazione, coinvolge a 360° tutti gli operatori del settore finanziario.

Ne è un esempio OCS Group che, dal 2018, ha iniziato un profondo processo di rinnovamento per essere pienamente disponibile a supportare i propri clienti in questa fase epocale.

La “Road to Cloud” illustrata da Roberto Zanetti, Chief Technology & Innovation Officer di OCS Group, esprime con chiarezza la necessità di un passaggio a un modello di business più aperto e collaborativo, che porta ad abbandonare le architetture monolitiche a favore dell’adozione di architetture componibili più agili e flessibili.

Attraverso investimenti significativi, OCS Group ha messo in campo know-how applicativo e skills tecnologiche di altissimo livello per rendere disponibile un ampio catalogo di moduli software di nuova generazione.

Dalle oltre 5mila logiche di business fruibili in logica API, alle nuove soluzioni di onboarding e lending digitale in logica B2C, fino alle soluzioni di nano lending e data lake, garantendo la continuità del solido e completo back-end applicativo tanto sulla storica piattaforma IBM, quanto in versione modernizzata per la fruibilità su Open Architecture, disponibile entro il 2024.

Il tutto reso fruibile da OCS Group in logica cloud ready.

Il ruolo dei Cloud Service Provider

I Cloud Service Provider rivestono un ruolo fondamentale per abilitare gli operatori IT che intendano utilizzare il cloud computing nei processi di innovazione digitale per i propri clienti.

«La relazione con i partner va oltre all’indiscussa opportunità legata a una piattaforma tecnologica di eccellenza – afferma Balladori. Abilitiamo il loro successo, come nel caso degli ISV, rendendo disponibili formazione mirata, programmi per il go-to-market, fondi e investimenti a supporto e marketplace come fattori di accelerazione».

Cloud computing, qui e ora

Per OCS Group l’utilizzo del cloud computing è già attuale.

«La nuova generazione di prodotti software per il Consumer Finance viene proposta al mercato anche in modalità Software as a Service – annuncia Roberto Volpi, Cloud Architect Senior Expert di OCS Group – secondo un modello plug n’ play che ne semplifica l’adozione in tempi rapidissimi, disinnescando i fattori che rallentano il processo di innovazione digitale.

Per la distribuzione della nostra suite applicativa lasciamo ai clienti la possibilità di scegliere lo strumento che ritengono più opportuno ma proponiamo il cloud computing come soluzione per l’erogazione di servizi applicativi completamente gestiti».

Nel contesto illustrato da Roberto Volpi, i temi legati all’integrazione e alla interoperabilità con i sistemi informativi dei clienti sono fattori critici, ma non ostativi.

Formazione...

L’elemento umano è quindi sempre essenziale.

«Bisogna creare una squadra, un gruppo di lavoro capace di diffondere in azienda le competenze utili alla trasformazione – precisa Zanetti. In OCS, all’inizio del 2021, abbiamo creato un nuovo reparto, andando a cercare figure professionali in linea con le nuove esigenze e stiamo lavorando molto sulla formazione, anche attraverso bootcamp specifici».

… per le nuove competenze

Il journey to cloud richiede infatti anche di rinnovare le competenze interne, di mescolarle, per raggiungere nuove modalità di lavoro agili e affinare le capacità.

Fanno così il loro ingresso in banca specialisti del cloud, della sicurezza, dell’analisi dei dati e del governo delle infrastrutture.

«Servono infatti Cloud Architect in grado di disegnare ambienti cloud scalabili e resilienti – dichiara Rosati –, ma anche figure che sappiano supportare le attività di sviluppo e rilascio, come il DevOps Engineer, o risorse specializzate in cloud security».

«Per sviluppare le competenze interne, infine, le banche possono fare leva sui partner specializzati in cloud computing, attraverso percorsi formativi e di certificazione – conclude Torcellan –, mentre per l’acquisizione dall’esterno è necessario definire una strategia di attrazione, agendo anche e soprattutto su cultura e posizionamento del brand».

Aziendabanca.it - Scritto da G.C. il 19.06.2023